Centrali nucleari: Il tribunale di Osaka decide di non approvare la sospensione del funzionamento del reattore numero 3 di Mihama presso Fukui.
La Corte di Osaka ha emesso una decisione che respinge la richiesta di ingiunzione provvisoria presentata da un gruppo di cittadini contrari alle centrali nucleari, in cui si chiedeva che la centrale nucleare Mihama 3 nella Prefettura di Fukui, l'unica centrale nucleare in Giappone in funzione da più di 40 anni, venisse spenta, citando il pericolo di incidenti dovuto alla sua età e ad altri fattori.
In linea di principio, il funzionamento delle centrali nucleari è limitato a 40 anni dopo l'incidente nucleare di Fukushima 1, ma nel giugno 2021 è stata riavviata l'unità 3 di Mihama della Kansai Electric Power, entrata in funzione 46 anni fa, nel 1976, come primo caso in cui la Commissione per la regolamentazione nucleare del Giappone ha consentito un'estensione fino a 60 anni di funzionamento.
In risposta, un gruppo di cittadini contrari all'impianto ha presentato un'ingiunzione provvisoria al Tribunale distrettuale di Osaka, chiedendo che l'impianto venisse fermato, sostenendo che le strutture si sono deteriorate nel tempo e che c'è il rischio di un grave incidente a causa dell'insufficiente resistenza sismica a un forte terremoto.
Inoue Naoya, il presidente della Corte di Osaka, ha emesso il 20 dicembre la decisione in cui ha stabilito che, per quanto riguarda la valutazione della sicurezza delle centrali nucleari che hanno più di 40 anni, "alla luce delle discussioni degli esperti e della valutazione tecnica della Commissione di regolamentazione sul nucleare, il metodo utilizzato dalla Kansai Electric power (KEPCO) per valutare lo stato di deterioramento dovuto all'età non è irragionevole e l'esame dell'impianto da parte della Commissione di regolamentazione non presenta problemi. La decisione si è basata sul fatto che anche se l'impianto è in funzione da più di 40 anni, non significa che la sicurezza dell'impianto debba essere giudicata in modo più rigoroso ed accurato rispetto alle misure previste dai nuovi standard normativi".
Il tribunale ha anche respinto le accuse del gruppo di cittadini sulla sicurezza dell'impianto contro i terremoti, affermando che "la KEPCO ha effettuato lavori di rinforzo sismico e ha valutato la resistenza sismica dell'impianto, quindi non si può dire che ci sia un problema".
È la prima volta che un tribunale esamina la sicurezza di una centrale nucleare in funzione da oltre 40 anni e la decisione è stata oggetto di grande attenzione.
-Il comitato dei cittadini ha dichiarato: "Non accetteremo questa decisione ingiusta e presenteremo immediatamente ricorso"
In risposta alla decisione del tribunale di Osaka di respingere la mozione, un gruppo di cittadini ha esposto davanti al tribunale striscioni con slogan come: "Non accetteremo questa decisione ingiusta e presenteremo immediatamente ricorso"e altre dichiarazioni di questo tipo davanti al tribunale.
L'avvocato Kawai Hiroyuki, che rappresenta questo movimento di cittadini, ha dichiarato: "Tutto era stato deciso prima ancora che il processo cominciasse. Hanno eseguito al 150% il volere della Kepco e approvato il mantenimento di una centrale vecchia e obsoleta. Non ci arrenderemo a questa decisione ingiusta e prepareremo nuove iniziative".
Il suddetto movimento di cittadini in una conferenza stampa: "Contestiamo duramente questa decisione fonte di preoccupazioni per un vasto numero di cittadini".
Dopo la decisione della Corte di Osaka di respingere la denuncia, il movimento di cittadini ha tenuto una conferenza stampa, tramite l'avvocato Kawai Hiroyuki, che li rappresenta, affermando: "La decisione è talmente priva di argomentazioni che la tragedia dell'incidente nucleare di Fukushima sembra essere stata completamente dimenticata dai giudici. Ciò equivale a un abbandono, di fatto del loro ruolo di autorità giudiziaria, protestiamo con forza contro di essa. La preoccupazione per il funzionamento della vecchia centrale nucleare si sta diffondendo a macchia d`olio tra i cittadini e noi continueremo a perseverare nella nostra lotta".
Uno dei querelanti, Ishiji Yu, che vive nella città di Wakasa, nella Prefettura di Fukui, a circa 15 km dalla centrale nucleare di Mihama, ha dichiarato: "Sento che un grave incidente si approssima giorno dopo giorno col tenere in servizio questa vecchia centrale nucleare.
-Kansai Electric Power, "Abbiamo ricevuto la comprensione degli abitanti".
Riguardo al rigetto della richiesta di ingiunzione provvisoria, la KEPCO ha commentato: "Crediamo che questo sia il risultato della comprensione delle nostre argomentazioni da parte del tribunale. Continueremo a migliorare la sicurezza e l'affidabilità del reattore dell'Unità 3 di Mihama e, con la comprensione della comunità locale e di altri membri della società, continueremo a prendere tutte le misure possibili per garantire la sicurezza operativa del reattore dell'Unità 3 di Mihama".
-Le verifiche sulla sicurezza delle vecchie centrali nucleari
Il periodo di funzionamento delle centrali nucleari è stato limitato in linea di principio a 40 anni dopo l'incidente alla centrale nucleare di Fukushima della TEPCO e può essere esteso fino a 60 anni una sola volta.
Per far fronte all'invecchiamento delle centrali nucleari, le società elettriche sono obbligate a valutare se le apparecchiature principali possono essere utilizzate in sicurezza prima che l'impianto sia in funzione superi i 30 anni e a stabilire una procedura di manutenzione, che deve essere rivista ogni 10 anni.
Tuttavia, è strutturalmente difficile sostituire apparecchiature importanti come la parte principale del reattore o il cemento usato per le fondamenta, con il rischio che diventino fragili a causa dell'esposizione prolungata alle radiazioni.
Se un reattore deve funzionare per più di 40 anni, deve essere sottoposto a una "ispezione speciale", in cui un'ampia area all'interno del reattore viene ispezionata con gli ultrasuoni e una sezione di calcestruzzo viene effettivamente asportata per verificarne la resistenza e le prestazioni di schermatura dalle radiazioni, prima di essere sottoposta all'esame della Commissione sulla regolamentazione nucleare.
In Giappone, un totale di quattro reattori, l'unità 3 di Mihama e le unità 1 e 2 di Takahama sotto il controllo della KEPCO nella prefettura di Fukui e la centrale nucleare Tokai numero 2 della Compagnia giapponese di energia nucleare nella prefettura di Ibaraki, hanno superato l'esame e sono autorizzati a funzionare per un massimo di 60 anni e tra queste l'unità 3 di Mihama è l'unica attualmente in funzione.
Anche le unità 3 e 4 della centrale nucleare di Takahama, che si stanno avvicinando ai 40 anni di attività, e le unità 1 e 2 della centrale nucleare di Sendai della Kyushu Electric Power, nella prefettura di Kagoshima, hanno chiesto all'Autorità di regolamentazione nucleare una proroga di 20 anni.
-La nuova linea del governo punta a un prolungamento del periodo di utilizzo delle centrali
Il governo giapponese è impegnato a promuovere al massimo l'uso dell'energia nucleare e il Ministero dell'Economia, del Commercio e dell'Industria ha messo a punto una politica che mantiene sì il periodo massimo di funzionamento delle centrali nucleari, fissato per legge a 60 anni, ma esclude, in via eccezionale, il periodo in cui le centrali sono state chiuse a causa della revisione della Commissione di regolamentazione nucleare o per altri motivi, in modo che possano di fatto operare per più di 60 anni. L'Autorità di regolamentazione nucleare sta attualmente lavorando a una politica che consenta alle centrali nucleari di operare per più di 60 anni.
Questa commissione ha deciso di non esprimere un parere in merito, in quanto il limite massimo del periodo operativo delle centrali dovrebbe essere determinato in base alle politiche sul loro sfruttamento e non da un punto di vista tecnico.
In aggiunta, presto si elaborerà un nuovo sistema che imporrà che le centrali nucleari siano sottoposte a controlli di sicurezza e autorizzate a intervalli non superiori a 10 anni a partire da 30 anni dopo l'inizio dell'attività.
Inoltre, la linea portata avanti dal Ministero dell'Economia, del Commercio e dell'Industria esclude anche i periodi di sospensione di funzionamento in base alle ordinanze del tribunale di provvedimento provvisorio dal periodo di funzionamento di 60 anni.
-Sulle misure antisismiche e di sicurezza della centrale nucleare di Mihama
Nel caso dell'unità 3 della centrale nucleare di Mihama della Kansai Electric Power, è stato sottolineato che nove faglie note come "zone di frattura", che corrono direttamente sotto gli edifici del reattore e attraverso il sito, sono attive e che se la faglia Shiraki-Nyu, una faglia attiva situata a circa 1 km a est del sito, dovesse muoversi, potrebbero essere coinvolte muovendosi a loro volta.
Sulla base dei risultati di un'indagine di perforazione e di altri studi, la KEPCO ha sostenuto che le nove faglie, definite attive, non lo erano da 120.000-130.000 anni e non verrebbero influenzate dal movimento di un`altra faglia attiva vicina e anche l`autorità sulla regolamentazione nucleare ha giudicato valida la spiegazione della KEPCO dopo aver condotto un'indagine sul campo.
Per quanto riguarda invece il "moto sismico di riferimento" dell'impianto di Mihama, la KEPCO aveva inizialmente ipotizzato che l'epicentro sarebbe stato la faglia C, una faglia attiva lunga 18 km a nord-ovest, con uno scuotimento massimo di 750 Gal, basato sulla profondità della faglia di 4 km.
Tuttavia, l`autorità sulla regolamentazione nucleare ha richiesto che l'epicentro fosse fissato a una profondità inferiore e che si ipotizzasse che diverse faglie ne venissero influenzate, per cui la KEPCO ha modificato la profondità dell'epicentro a 3 km e ha aumentato lo scuotimento ipotizzato a un massimo di 993 Gal.
In seguito ha rivisto la progettazione sismica delle sue strutture e ha effettuato ulteriori lavori di rinforzo e nel 2016 la Commissione di regolamentazione ha ritenuto che le sue misure di sicurezza, comprese le contromisure antisismiche, fossero conformi ai nuovi standard normativi.
Nella loro richiesta di ingiunzione provvisoria, i residenti hanno ribadito la possibilità di movimenti delle zone di frattura e hanno anche affermato che la faglia di Shiraki-Nyu, che si trova a circa 1 km dall'impianto, non ha ricevuto la coisddetta "attenzione speciale" richiesta nella progettazione sismica, nonostante la sua estrema vicinanza.
Riguardo ai casi giudiziari riguardante la resistenza sismica delle centrali nucleari, nel 2020 la Corte di Osaka aveva stabilito che il processo di esame dell'Autorità di regolamentazione nucleare relativo al "movimento sismico di riferimento" della centrale nucleare Ooi della KEPCO conteneva errori imperdonabili e aveva revocato l'autorizzazione all'installazione dell'impianto.
‐Stesura dei piani di evacuazione
I comuni che si trovano in un raggio di circa 30 km da una centrale nucleare sono obbligati a redigere un piano di evacuazione in caso di incidente nucleare; lo Stato deve giudicare se il piano è adeguato e, in caso affermativo, approvarlo.
Nel caso della centrale nucleare di Mihama, a gennaio lo Stato aveva approvato un piano di evacuazione per circa 280.000 persone nel raggio di 30 km dall'impianto, prima del riavvio della centrale nel giugno 2021.
Secondo il piano, in caso di incidente grave nell'impianto, gli 850 residenti della città di Mihama e della città di Tsuruga, nella prefettura di Fukui, che vivono in un raggio di 5 km, saranno evacuati in altri comuni della prefettura di Fukui o della prefettura di Nara.
Gli altri 280.000 residenti delle prefetture di Fukui, Shiga e Gifu che vivono in un raggio di 30 km saranno in prima battuta evacuati in un luogo chiuso e, a seconda dell'evoluzione dell'incidente, fatti accomodare nei rifugi istituiti dalle istituzioni del luogo.
Nella loro richiesta di ingiunzione provvisoria, i residenti hanno sostenuto che l'attuale piano di evacuazione non è efficace, citando il fatto che i siti di evacuazione sono situati a una distanza in cui materiali radioattivi esercitano ancora un`influenza nociva e che il percorso di evacuazione passa attraverso aree a rischio di tsunami e frane.
Nel marzo dello scorso anno, la Corte di Mito si era pronunciata contro il riavvio della centrale nucleare Tokai No. 2 della Japan Atomic Power Company, sostenendo che il piano di evacuazione dell'impianto fosse inadeguato.
Nel caso di Tokai, 9 dei 14 comuni tenuti a formulare piani di evacuazione non lo avevano fatto.
Sono state intentate cause in tribunale anche contro la centrale nucleare di Onagawa della Tohoku Electric Power nella prefettura di Miyagi e contro la centrale nucleare di Genkai della Kyushu Electric Power nella prefettura di Saga, sulla questione dell'efficacia dei piani di evacuazione.
-Se il terzo reattore di Mihama dovesse essere spento…
Il governo punta a mettere in funzione fino a nove reattori nucleari quest'inverno per far fronte alla crisi della domanda di elettricità, tra cui l'unità 3 di Mihama.
Tuttavia, anche se l'unità 3 di Mihama venisse disattivata, altri quattro reattori della Kansai Electric Power tre della Kyushu Electric Power e uno della Shikoku Electric Power sarebbero in funzione nelle aree di Chubu e del Giappone occidentale, dove l'elettricità può essere scambiata, e il " tasso di riserva", che indica la capacità in eccesso della fornitura di elettricità quest'inverno, sarebbe almeno del 3%, il minimo richiesto per garantire una fornitura stabile.
D'altra parte, se l'Unità 3 di Mihama venisse chiusa, KEPCO prevede un aumento dei costi di circa 10 miliardi di yen al mese per i costi del carburante delle centrali termiche.
Fonte: NHK 2022/12/20